Djoser (anche Gioser o Zoser) (... – 2660 a.C.) è stato un faraone della III dinastia egizia. È anche conosciuto con i nomi ellenizzati di Tosorthros, in Manetone, e Sesorthos, in Eusebio. È comunemente considerato il fondatore dell'Antico Regno (ca. 2680 - 2180 a.C.). Era figlio del faraone Khasekhemui, forse l'ultimo sovrano della II dinastia, e della regina Nimaathap, ma non è chiaro se ne fu o meno il diretto successore. Varie liste reali d'epoca ramesside registrano un faraone di nome Nebka prima di Djoser, ma vi sono numerose difficoltà nell'identificare tale Nebka con un preciso personaggio storico, motivo per cui vari egittologi mettono in discussione la sequenza di tali re. Djoser dispose varie spedizioni militari nella penisola del Sinai, tramite le quali sottomise le popolazioni locali.

Altre spedizioni furono indirizzate alle miniere di turchese e rame del Sinai, e sono note grazie ad iscrizioni rinvenute colà: alcune raffigurano l'esilio del dio Seth accanto ai simboli di Horus (motivo iconografico già comune ai tempi di Khasekhemui). Il più importante monumento del regno di Djoser è la piramide a gradoni, la più antica piramide egizia, nata dall'intuizione di edificare più mastabe una sopra l'altra. La sua forma costituì il modello di tutte le altre piramidi dell'Antico Regno. Oltre due millenni dopo, Manetone menzionò il notevole progresso nell'architettura raggiunto durante il suo regno, affermando che Tosorthros scoprì come edificare utilizzando pietre tagliate, cioè conci, assimilandolo inoltre all'eroe e dio greco della medicina Asclepio e attribuendogli alcune innovazioni nel campo della scrittura: «[Djoser] era adorato presso gli Egiziani come Asclepiade [Asclepio] per la sua abilità di medico e come quello che inventò la scienza delle costruzioni in pietra tagliata; egli si dedicò anche alla scrittura.

»Alcuni egittologi ritengono che Manetone si riferisse, o intendesse riferirsi, a Imhotep, il famoso sacerdote, architetto e ingegnere, ministro di Djoser, che progettò la piramide a gradoni (successivamente deificato e identificato con il dio greco Asclepio). Alcuni rilievi frammentari provenienti da Eliopoli e Gebelein menzionano Djoser, suggerendo che avesse commissionato costruzioni in quelle città; potrebbe inoltre aver fissato il confine meridionale dell'Egitto alla Prima cateratta del Nilo. Un'epigrafe dell'isola di Sehel, nota come Stele della carestia, che asserisce di risalire al regno di questo faraone, sarebbe stata creata in realtà in epoca tolemaica, probabilmente sotto Tolomeo V (205 a.C. - 180 a.C.): racconta di come Djoser ricostruì il tempio di Khnum sull'isola Elefantina, alla Prima cateratta, donandogli il territorio compreso fra Assuan e Takompso e ponendo fine, in questo modo, a una carestia che durava ormai da 7 anni.

Alcuni studiosi reputano che si tratti della semplice trascrizione di una leggenda più antica, altri di una frode attuata dai sacerdoti del tempio di Khnum. In ogni caso, la stele mostra come la fama di Djoser persistesse più di duemila anni dopo la sua morte. Benché abbia iniziato l'edificazione di una tomba ad Abido, nell'Alto Egitto (mai conclusa), fra quelle dei suoi predecessori, Djoser fu sepolto nella sua piramide a Saqqara, nel Basso Egitto. Suo padre Khesekhmeui fu l'ultimo faraone a essere sepolto ad Abido, segno che il graduale spostamento del potere in una capitale più a nord fu completato durante il regno di Djoser.

Uno dei più famosi contemporanei di Djoser fu il suo visir Imhotep, Capo del Cantiere navale del re e Ispettore di tutte le Opere in pietra. Imhotep presiedette alla costruzione delle piramidi di Djoser e Sekhemkhet. È possibile che Imhotep compaia nel celebre Papiro Westcar, e precisamente nel racconto chiamato Cheope e il mago. Ma, essendo lacunosa la parte iniziale del papiro, il suo nome risulta mancante. Un papiro proveniente dall'antico tempio egizio di Tebtunis, risalente al II secolo a.C., riporta in scrittura demotica una narrazione su Djoser e Imhotep. Ai tempi di Djoser, Imhotep ebbe un'importanza e una fama tali da venire menzionato sulle statue del faraone nella necropoli di Saqqara.  

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