Il Vangelo secondo Luca (in greco: Κατὰ Λουκᾶν εὐαγγέλιον) è uno dei vangeli canonici del Nuovo Testamento ed è suddiviso in 24 capitoli. Narra della vita di Gesù e si apre con le nascite miracolose di Giovanni Battista e di Gesù, per poi descrivere il ministero di quest'ultimo in Galilea, fatto di predicazione, esorcismi e miracoli; dopo aver rivelato ai discepoli la propria natura divina con la trasfigurazione, Gesù si reca a Gerusalemme, dov'è crocifisso e sepolto per poi risorgere, comparire ai suoi discepoli e infine ascendere al cielo. L'autore, tradizionalmente identificato con Luca evangelista, è interessato a temi quali l'etica sociale, i diseredati, le donne e altri gruppi oppressi. Alcune storie popolari riguardanti questi temi, come le parabole del figlio prodigo e quella del buon samaritano, si trovano solo in questo vangelo, che pone una enfasi speciale sulla preghiera, le attività dello Spirito Santo e sulla gioia.

Secondo Donald Guthrie «è pieno di storie superbe e lascia il lettore con una profonda impressione della personalità e degli insegnamenti di Gesù». L'autore intendeva scrivere un resoconto storico, mettendo in evidenza il significato teologico della storia. Aveva inoltre intenzione di raffigurare la cristianità come divina, rispettabile, rispettosa delle leggi e internazionale. Gli studiosi concordano ampiamente che l'autore del Vangelo secondo Luca scrisse anche gli Atti degli Apostoli. L'autore di questo vangelo, probabilmente un cristiano gentile, non fornisce il suo nome. Le testimonianze della tradizione cristiana primitiva – attestata dal Canone muratoriano e da Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino, Origene e Tertulliano – è comunque unanime nell'attribuire il Vangelo secondo Luca e gli Atti degli Apostoli a Luca, compagno di Paolo di Tarso. Questa attribuzione è stata oggetto di dibattito tra gli studiosi. Secondo i sostenitori dell'attribuzione a Luca, egli non era una figura di rilievo della prima Chiesa e, se non fosse stato lui l'autore del testo, non ci sarebbe stata ragione di attribuirglielo, se non quello di dare valore al testo, attribuendogli comunque la paternità di un nome conosciuto.

Guthrie, quindi, afferma che la versione tradizionale è «ampiamente sostenuta come quella che spiega meglio tutti i dati», «sebbene alcuni studiosi diano poca importanza a questa testimonianza». Raymond Brown, concordemente con altri studiosi, ritiene invece che i vangeli canonici sarebbero di autori ignotie sottolinea altresì che tali autori non furono neppure testimoni oculari; tale teologo - nel constatare le varie imprecisioni storiche e geografiche del testo lucano - osserva inoltre come "il risultato è una strana combinazione di una conoscenza generale dell'ebraismo con una conoscenza imprecisa dei dettagli, un'indicazione che l'autore difficilmente è cresciuto nel giudaismo o in Palestina". C'è invece generale consenso sul fatto che il Vangelo secondo Luca e gli Atti furono scritti dallo stesso autore. La prova più evidente è fornita dalla prefazione dei due libri: entrambi indirizzati a Teofilo, probabilmente il patrono dell'autore. La prefazione degli Atti parla inoltre esplicitamente di un "mio precedente libro" sulla vita di Gesù ed esistono anche somiglianze linguistiche, teologiche e tematiche tra i due lavori, che suggeriscono un autore comune, oltre a presentare riferimenti incrociati tra le due opere.

Il titolo "Vangelo secondo Luca", non presente nel testo originale, deve comunque essergli stato attribuito molto presto; il papiro p \mathfrak{p}75, risalente al 200 circa, presenta l'attribuzione «Secondo Luca». Il manoscritto p \mathfrak{p}4, probabilmente anteriore a p \mathfrak{p}75 non presenta invece ancora tale attribuzione. Secondo gli studiosi credenti contemporanei, l'autore di Luca è probabilmente un gentile cristiano che scrisse intorno all'80-90 circa, utilizzando, come l'autore del Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco per la propria cronologia e la fonte Q[8] per molti degli insegnamenti di Gesù; è possibile anche che abbia fatto uso di racconti scritti indipendenti. Altri studiosi propendono per una datazione tra gli anni 50-70. In generale, si ritiene che Luca scriva la sua opera in una grande città dell'area mediterranea, forse Roma[45]. La tradizione comunque associa Luca ad Antiochia di Siria, e gli Atti confortano questo dato.

Cesarea è un altro dei luoghi proposti per la composizione di questo vangelo. Come nel caso del Vangelo secondo Marco, ma differentemente dal Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Luca è destinato ad ascoltatori gentili, cui garantisce che il cristianesimo è una religione internazionale, non una setta esclusivamente ebraica. Le citazioni dall'Antico Testamento sono quindi rare. L'autore espone la propria materia ponendo in una luce positiva le autorità romane; ad esempio, la crocifissione di Gesù è attribuita agli ebrei, mentre il governatore romano Ponzio Pilato non trova nulla di male nell'operato del condannato. Il vangelo è dedicato al patrono dell'autore, un certo Teofilo, il cui nome in greco significa "amato da Dio" o "che ama Dio", e potrebbe non essere un nome ma un termine generico per un cristiano. Il vangelo è indirizzato ai cristiani o a coloro che già conoscevano il cristianesimo, piuttosto che ad un lettore generico, in quanto all'inizio si dice che il vangelo è stato scritto «perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate». (1,3-4).

Wikipedia: Vangelo secondo Luca