Una seconda crisi fra Occidente e Oriente scoppia nel IX secolo, in occasione della deposizione da parte dell'imperatore Michele III del patriarca Ignazio I e della nomina come suo successore di Fozio, inizialmente non riconosciuto da Roma. Papa Niccolò I si sentì legittimato ad intervenire in forza del suo primato intimando l'imperatore di reintegrare Ignazio sulla cattedra di Costantinopoli. Fozio rispose convocando nel 867 un sinodo con cui scomunicò il papa dichiarandolo deposto, sancendo così uno scisma tra le due Chiese. La situazione venne aggravata da una disputa riguardante la Bulgaria che, cristianizzata nell'864 grazie all'intervento della Chiesa Greca, aveva ricevuto un rifiuto da parte del patriarca di Costantinopoli di fondare un patriarcato autocefalo e che, quindi, si era avvicinata a Roma dopo che il papa aveva colto l'occasione inviandovi missionari; tuttavia, alla fine, la Chiesa bulgara rimase nell'orbita orientale. Lo scisma durò per circa due anni venendo ricomposto nell'869 a seguito di un nuovo sinodo. Nonostante ciò, la frattura tra Roma e Costantinopoli si era allargata ulteriormente.

Wikipedia: Scisma foziano