Rabbi Akiva ben Joseph (circa 50–135 d.C.) fu uno dei più grandi maestri del giudaismo rabbinico. Di umili origini, iniziò a studiare la Torah solo dopo i 40 anni, grazie al sostegno della moglie Rachele. Studiò con grandi maestri come Eliezer ben Hurcanus e fondò una propria scuola a Beneberak. Acquisì grande autorità e raccolse migliaia di studenti. Akiva visse in povertà all’inizio della sua carriera. Sua moglie accettò la sua lunga assenza per studiare Torah, sacrificando ogni comodità. Dopo 24 anni, tornò a casa con 24.000 discepoli. Fu riconciliato con il suocero, che gli donò metà dei suoi beni. Fu determinante nella sistemazione della Halakhah, codificando la legge orale in tre forme: Mishnah: raccolta normativa; Tosefta: spiegazioni logiche; Midrash halakhico: commentari legali sui testi biblici.
Molti dei principali midrashim halakhici (es. Sifra, Sifre) derivano dalla sua scuola. Akiva sosteneva che ogni lettera e parola della Torah avesse significato e valore legale, anche i dettagli più minuti. Credeva nella libertà dell’uomo nonostante la prescienza divina, e valorizzava l’amore per il prossimo, la misericordia divina e la dignità umana. Contrastava la tendenza a ridurre il giudaismo a semplice moralismo. La sua esegesi era innovativa e sistematica: secondo lui, nulla nella Torah era superfluo. Dava un senso giuridico o etico a ogni particolarità linguistica. Questo metodo gettò le basi della successiva interpretazione talmudica. Akiva fu coinvolto nel contesto politico e religioso del suo tempo: appoggiò (almeno ideologicamente) la rivolta di Bar Kokhba, che considerava il Messia. Ebbe anche rapporti con il mondo romano e con i samaritani, mostrando apertura verso le conversioni e un certo pragmatismo sociale e giuridico. Fu giustiziato dai Romani per aver continuato a insegnare la Torah contro i decreti imperiali. Secondo la tradizione, morì martire pronunciando lo *Shema Israel*, con la parola “Echad” (Uno) sulle labbra. Fu torturato con pettini di ferro. La sua tomba si trova a Tiberiade. La Mishnah compilata da Rabbi Yehuda ha-Nasi deriva in gran parte dall’opera di Rabbi Akiva. Le sue idee hanno modellato il pensiero ebraico post-secondo Tempio. I suoi discepoli (tra cui Rabbi Meir, Rabbi Shimon bar Yochai) furono fondamentali nella trasmissione della Torah orale. * Una famosa leggenda racconta che Mosè, vedendo Akiva insegnare, non capiva le sue spiegazioni, ma si rasserenava sapendo che erano parte della tradizione sinaitica. * Un'altra storia narra di come salvò l’anima di un peccatore morto insegnando Torah al figlio. * Dimostrò sempre grande fede, come quando, costretto a dormire fuori da una città e dopo aver perso asino, gallo e candela, scoprì di essersi salvato da un assalto notturno.
Wikipedia: Rabbi Akiva