Ciro II di Persia, noto come Ciro il Grande (in persiano antico KUURUU SHA Kūruš, AFI: [ˈkuːruʃ]; Anshan, 590 a.C. – Iassarte, 530 a.C.), è stato imperatore persiano e discendente di Ciro I di Persia, membro di quella stirpe dei Teispidi che da qualche tempo controllava la Perside. Fondatore dell'impero persiano. Ciro succedette a suo padre Cambise I, liberò i Persiani dal dominio dei Medi e fu l'erede naturale delle grandi monarchie mediorientali. Non è però del tutto certa la sua discendenza da Achemene: Dario, secondo Winckler, imparentato con Ciro il Grande, durante il suo regno avrebbe comandato di falsificare tutte le iscrizioni di Pasargadae per sancire il suo legame con il capostipite della dinastia achemenide.

Ciro II unificò sotto il suo regno le varie tribù iraniche, conquistò Babilonia nel 539 a.C. senza combattere, ma con un'abile politica di propaganda; infatti, approfittò della particolare strategia politica del sovrano babilonese, Nabonedo, che al culto del dio Marduk preferì quello del dio lunare Sin (cosa mal vista dal popolo). Ciro II pensò di proclamarsi figlio di Marduk, così fece cacciare dal popolo il sovrano mesopotamico e fu accolto come salvatore. Nel 538 a.C. emise anche un editto che consentiva agli Ebrei non solo di fare ritorno in patria, ma di ricostruire il tempio di Gerusalemme. In questo modo il sovrano ottenne anche il controllo dell'area fenicio-palestinese. Conquistò anche alcune regioni ai confini nordorientali della Persia, si assicurò il controllo della Siria e delle città fenicie, estendendo i confini del suo regno, che mantenne integro attraverso una politica avveduta, fondata nel conferire libertà ai popoli sottomessi e nel rispetto delle loro usanze.

Morì nel 530 a.C. combattendo contro gli sciti massageti guidati dalla regina Tomiri e fu sepolto nella sua ormai celebre tomba a Pasargadae (non lontano da Persepoli); il suo successore fu il figlio Cambise II. Ciro II è ricordato come un grande comandante militare, come un sovrano illuminato, amante dell'arte e della cultura, attuò una politica libertaria. È noto per avere rispettato i costumi e le religioni delle terre conquistate. Creò un sistema di amministrazione centralizzato a Pasargadae e con i satrapi che governavano presso le regioni di confine dell'impero che funzionava in modo molto efficace e redditizio sia per i governanti che per i sudditi. Con la conquista della Media, Ciro assumeva il titolo di "re dei re" e poteva avanzare rivendicazioni territoriali in tutto il Medio Oriente. Voltate così le spalle a Nabonedo, Ciro si rese conto che per la sopravvivenza economica dell'Impero Persiano era necessario il possesso di terre quali la Mesopotamia, la Siria, la Cappadocia, nonché un accesso al mare. In seguito alla conquista di Babilonia, Ciro rientrava in Iran come Re dell'Universo, cioè come titolare di tutti i titoli reali della Mesopotamia e dell'Asia Minore.

Ciro era re di Sumer, di Akkad, degli Hittiti, degli Assiri e dei Medi, oltre che dei Persiani. Non riuscì però a realizzare la trasformazione politica dello Stato persiano che aveva in mente. Difatti, quando nel 530 morì combattendo le tribù dell'Asia centrale (Massageti) che minacciavano le satrapie orientali, il suo progetto non era ancora concluso.

Wikipedia: Ciro II di Persia

 

immagine: Ciro II e gli Ebrei