Erode (Ascalona, 73 a.C. circa – Gerico, 4 a.C. circa) detto il Grande o anche Ascalonita (dalla città natìa), fu re della Giudea sotto il protettorato romano dal 37 a.C. alla morte. Governò su gran parte della Palestina, inclusa la Giudea, dopo la morte del padre, Erode Antipatro, prima per incarico di Marco Antonio e poi di Ottaviano Augusto dalla parte del quale era prontamente passato dopo la sconfitta di Antonio ad Azio. Alla sua morte il regno fu diviso fra i tre figli rimasti: Archelao governò la Giudea, la Samaria e l'Idumea, Erode Antipa la Galilea e la Perea, Erode Filippo la Gaulanitide, la Traconitide, la Batanea, l'Auranitide e l'Iturea. Nel Vangelo di Matteo è il crudele sovrano che ordina la strage degli innocenti. Testimonianze chiare di un carattere estremamente diffidente e sospettoso, capace di spietata crudeltà, sono comunque le esecuzioni di una delle mogli, di alcuni dei suoi figli e di centinaia di oppositori che ordinò, temendo che complottassero per spodestarlo e spesso anche per il modo in cui era al potere. Il suo lungo regno garantì comunque un'epoca di stabilità a una regione molto piacevole per i vicini (Parti, Armeni, Greci, Egizi, Assiri e Arabi). Dotato di spiccato senso estetico e di grande ambizione, Erode è altresì noto per l'amplissima attività di costruttore. Fece edificare le città di Cesarea marittima, di Sebaste e le possenti fortezze di Masada,[2] Macheronte e l'Herodion, oltre a ingrandire e abbellire la stessa città di Gerusalemme. In quest'ultimo aspetto rientra il rifacimento e l'ampliamento del Tempio di Gerusalemme, che venne perciò chiamato Tempio di Erode su stile ellenico.

Wikipedia: Erode il Grande