La Lettera ai Galati è uno dei testi che compongono il Nuovo Testamento. La lettera, scritta da Paolo di Tarso tra il 54 e il 57[1][Nota 1], fu composta per controbattere una predicazione fatta da alcuni ebrei cristiani dopo che l'apostolo aveva lasciato la comunità: questi missionari avevano convinto alcuni Galati che l'insegnamento di Paolo era incompleto e che la salvezza richiedeva il rispetto della Legge di Mosè, in particolare della circoncisione. Paolo condanna tale orientamento, proclamando la libertà dei credenti e la salvezza per mezzo della fede. La Lettera ai Romani[Nota 1] o Epistola ai Romani è un testo in lingua greca del Nuovo Testamento scritto da Paolo di Tarso, l'apostolo dei Gentili (Romani 11,13[3]) e indirizzata ai cristiani di Roma, da lui definiti come noti "in tutto il mondo" (Romani 1,8[4]) per la loro grande fede. La lettera, la più lunga tra quelle composte da Paolo, è considerata la sua più importante eredità teologica.[5][6][7] Gli studiosi biblisti concordano che essa fu composta per spiegare che la salvezza è offerta attraverso il Vangelo di Gesù Cristo.

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