La battaglia di Cuma del 474 a.C. fu uno scontro navale combattuto a Cuma tra la flotta siceliota siracusana, guidata da Ierone I di Siracusa, e quella etrusca. Con questa vittoria i sicelioti posero fine all'espansione etrusca nell'Italia ellenica e assestarono un duro colpo all'influenza politica che essi esercitavano in Italia continentale. Della situazione che si creò approfittarono i Romani, i Sanniti e i Galli. L'evento fu di fondamentale rilievo per i siracusani, tanto da permettere ad alcuni di accostarla per importanza a quella di Salamina.[senza fonte]. Successivamente nel 415 a.C. gli Etruschi appoggiarono la fallimentare spedizione ateniese in Sicilia contro Siracusa: ciò contribuì ulteriormente al loro declino e alla loro fine. Mentre con questa vittoria, e con le altre contro Atene e Cartagine, i sicelioti di Siracusa prendevano sempre più potere nel Mediterraneo. Cronista della battaglia fu il poeta Pindaro che assistette agli scontri a bordo di un'imbarcazione siracusana.

A seguito dell'importante vittoria Ierone fece offerta presso il santuario di Zeus a Olimpia di alcuni elmi, di essi oggi ne esistono tre: due presso il Museo di Olimpia e uno al British Museum. Sugli elmi, due corinzi e uno etrusco, vi è un'iscrizione dedicatoria, uguale per tutti, che recita così: ΗΙΑΡΟΝ Ο ΔΕΙΝΟΜΕΝΕΟΣ / ΚΑΙ ΤΟΙ ΣΙΡΑΚΟΣΙΟΙ / ΤΟΙ ΔΙ ΤYΡΡΑΝΟΝ ΑΠΟ ΚΥΜΑΣ (Ierone figlio dei Dinomenidi e dei siracusani a Zeus dal Tirreno a Cuma)

Wikipedia: Battaglia di Cuma