Dopo la fine della guerra civile russa e la morte di Lenin nel 1924 la direzione del nuovo Stato si consolidò nelle mani di Iosif Stalin, questi nell'arco di pochi anni trasformò il suo immenso potere in una vera e propria dittatura, con l'eliminazione sistematica di tutti gli oppositori politici. Il regime staliniano causò milioni di vittime, tra le quali oppositori politici, noti o sospettati, e militari che vengono giustiziati o esiliati in Siberia durante le cosiddette grandi purghe degli anni 1930. Dal punto di vista della politica estera, alla fine del decennio il governo stipulò con la Germania nazista un patto reciproco di non aggressione, detto Patto Molotov-Ribbentrop dal nome dei rispettivi ministri degli esteri.

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