I primi nuclei della nazionalità russa si formano verso la fine del IX secolo intorno a Kiev, entro i confini di uno Stato che prese il nome di Rus' di Kiev, grazie all'opera di principi del popolo chiamato Rus' (negli antichi dialetti scandinavi "rematori") di stirpe vichinga provenienti da Velikij Novgorod, sotto la guida di Rjurik I. Uno dei primi sovrani della neonata unità statuale fu Oleg I, mentre Vladimiro I il Santo (956-1015, regnante dal 980) è considerato il promotore della conversione al cristianesimo, che fece sì che il regno di Kiev entrasse in stretti rapporti con Bisanzio. Più tardi sorsero altri centri di potere, come quelli di Vladimir, Tver', Jaroslavl' e di Suzdal'. Risale all'XI secolo una raccolta di norme consuetudinarie, la Russkaja Pravda, periodicamente aggiornata negli anni a venire. Nel 1132, alla morte del figlio di Vladimir II Monomaco, il potere centrale si disgrega; allo Stato unitario si sostituiscono diversi centri di potere, fra i quali avrebbe assunto particolare importanza la Volinia nel sud-ovest dello Stato kievano, Novgorod nel nord-ovest e Vladimir nel nordest. Fu così che nel corso del IX secolo iniziò ad emergere la Rus' di Kiev, il primo stato stato slavo orientale e primo nucleo di quella che sarà la nazione russa, lungo la valle del fiume Dnepr. Si trattava, in sostanza, di un gruppo coordinato di stati principeschi accomunati dall'interesse condiviso di mantenere il commercio lungo le rotte fluviali; Rus' di Kiev controllava la rotta commerciale di pellicce, cera e schiavi tra la Scandinavia e l'impero bizantino lungo i fiumi Volchov e Dnepr.

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